Abbiamo appena “sconfinato” dal Parque Nacional de Timanfaya per riprendere il cammino verso La Geria, uno dei paesaggi agricoli più caratteristici e unici di Lanzarote e dell’intero arcipelago la cui origine risiede nella necessità di sfruttare, al meglio, le ampie estensioni coperte dalle sabbie (lapilli), emesse dalle eruzioni vulcaniche di Timanfaya.
La valle di La Geria, dichiarata nel 1987 Parco Naturale, è la principale regione vitivinicola di Lanzarote, con una superficie di circa 52 chilometri quadrati che si estende su entrambi i lati della strada che va da Masdache a Uga fino alle pendici vulcaniche, divenuta inoltre grande attrazione turistica vista la sua connotazione che, oltre ad essere eminentemente produttiva, sembra un’opera d’arte paesaggistica gigantesca e spettacolare.
L’aspetto della zona è davvero impressionante: situati ai margini dei calanchi e ricoperti di cenere vulcanica nera, i vigneti della valle di La Geria sembrano essere stati trapiantati qui da un altro pianeta; gli abitanti di Lanzarote trovarono un modo indigeno per coltivare la vite su questo terreno arido e ostile, scavando più di diecimila cavità imbutiformi negli spessi strati di picón (ceneri vulcaniche grossolane) ed inserendovi al loro interno le piantine, una sola per cavità.
La procedura vuole che una volta piantata la vite, la buca venga ricoperta nuovamente di terra e di spessi strati di picón, in modo che i granuli vulcanici porosi mantengano l’umidità notturna per nutrire le piante, inoltre, per proteggerle dai venti costanti e quindi da effetti di essiccazione, hanno costruito attorno ad esse bassi muri semicircolari di contenimento e riparo.
Questo metodo di coltivazione unico nel suo genere si è tradotto poi in una fiorente industria vinicola, rinomata per la produzione dei suoi eccellenti vini degustati e acquistabili nelle numerose cantine locali.
Infatti questa zona produce la maggior parte dei vini di Lanzarote, di cui un buon 70% è prodotto con uva Malvasia, base per la produzione di una grande varietà di vini bianchi, rossi o rosati di alta qualità che spaziano dal sapore molto dolce a molto secco; peraltro questo “nettare” è meglio conosciuto come vino dal colore ambrato, molto dolce e dal sapore ricco e corposo già lodato da Shakespeare centinaia di anni fa.






